11 Strategie per le tue Newsletter: Guida all’Email Marketing

Il ROI dell’Email Marketing

Prevengo la tua domanda: ma ha senso fare ancora email marketing?

Non ti nego che l’email marketing possa apparire come uno strumento abusato, a causa del proliferare dello spam.

Ma guardiamo le statistiche contano e cerchiamo di rispondere alla domanda: fare web marketing con le email conviene? Ovvero, detto in altri termini: qual è il ritorno dell’investimento di questo strumento?

Le 3 statistiche che seguono ti faranno stupire:

email marketing roi

4 strumenti per fare email marketing

Ok, fare email marketing conviene. Ma da dove inizio?

Ti serve uno strumento di email marketing professionale. Vediamone 4 tra i più conosciuti.

SendInBlue

Di origine francese, SendinBlue si è rapidamente diffusa in tutto il mondo grazie a una dashboard user friendly, un ottimo rapporto qualità prezzo e un’assistenza tecnica puntuale e precisa anche in lingua italiana.

Get Response

GetResponse è una soluzione di email marketing ricca di funzionalità, completamente scalabile e in grado di gestire piccole e grandi liste (oltre 1 milione di iscritti). Attiva da oltre 10 anni, fornisce applicazioni per la creazione e la gestione di posta elettronica, newsletter e email marketing automation. Attraverso  le pratiche e le relazioni stabilite con i principali Internet ed e-mail Service Provider anti-spam, GetResponse ha mantenuto gli standard più elevati possibili di consegna delle mail, assicurando che i messaggi inviati offrano il massimo rendimento possibile .

Aweber

Aweber è uno dei più diffusi strumenti per l’invio di newsletter. Fornisce gli strumenti necessari per inviare e-mail: dalle liste alla creazione di campagne, fino all’email marketing automation.

E’ possibile provarlo gratuitamente per 30 giorni, poi i prezzi partono dai 19 dollari.

Mail Chimp

Grazie alla possibilità di aprire un account gratuito fino a 2000 iscritti, Mail Chimp è diventato uno dei software di invio newsletter più diffusi.

Mail Chimp si compone di 2 sezioni principali:

  • le campagne (campaigns), ovvero le campagne di newsletter che manderai;
  • le liste (lists), ovvero le liste di email a cui manderai la tua newsletter.

Il punto di partenza? Il Lead Magnet

Abbiamo visto che una Lista in Mail Chimp è un gruppo di email a cui manderai la tua newsletter.

Ma dove le tiri fuori le tue email?

Le acquisisci tramite un lead magnet.

Cos’è il lead magnet? Si può definire come lo strumento, la merce di scambio, grazie a cui convinci il visitatore del tuo sito a concederti la sua email.

Per creare un lead magnet hai bisogno di 2 cose:

  • un “magnete”, ovvero ciò che concedi in cambio dell’iscrizione alla tua lista: a seconda di qual è l’interesse del tuo target, puoi utilizzare un ebook, un videocorso, un template gratuito, o qualcos’altro che persuada il visitatore a concederti la propria mail in cambio;
  • uno strumento che ti consenta di far funzionare il processo: nel mio caso uso un plugin per WordPress, si chiama Bloom  e ti può aiutare ad incrementare i tassi di iscrizione alla tua newsletter.

I 3 cicli di vita di una newsletter

Ricapitoliamo: hai creato una campagna e una lista di utenti con tuo email marketing provider.

Quando invii una newsletter, ci sono 3 azioni che il tuo destinatario deve compiere:

  1. il destinatario deve aprire la tua email;
  1. il destinatario deve leggerla;
  1. il destinatario deve cliccare sugli eventuali link che hai inserito.

Più riesci ad ottimizzare questi 3 processi, più hai la possibilità di rendere più efficaci le tue iniziative di email marketing.

Iniziamo dal primo.

3 strategie per incentivare l’apertura delle tue email

Quando arriva la tua email, il tuo destinatario ha di fronte due possibilità: o la apre e la legge, o non la apre.

Ti sei mai chiesto cosa spinge un destinatario ad aprire e leggere una mail o a non farlo? Pensaci, tu stesso ricevi ogni giorno delle email, magari anche decine, e alcune le apri subito e le leggi, altre no, alcune non le leggi proprio e le cestini direttamente.

Quali sono le motivazioni alla base di questa selezione e come possiamo ottimizzare le possibilità che il nostro destinatario apra e legga la nostra mail?

Ad esempio migliorandone l’oggetto! Vediamo come.

Migliorare l’oggetto (e incrementare i tassi di apertura)

Qual è la prima cosa che leggi in una mail in arrivo? L’oggetto. Migliorare l’oggetto delle tue email può contribuire a incrementare i tassi di apertura, ma come possiamo farlo? Con 3 semplici strategie, tanto banali quanto efficaci, vediamole insieme.

Strategia 1: Inserisci il nome nell’oggetto

Se qualcuno per strada ti chiama pronunciando il tuo nome, tu che fai, ti giri no? Ecco, lo stesso vale per le email: se arriva una mail dove nell’oggetto è contenuto il tuo nome, la tua attenzione ne verrà immediatamente colpita. Facciamo un esempio confrontando due tipologie diverse di oggetti.

(1) Scopri le 10 strategie per l’email marketing: la guida definitiva

(2) Emanuele, scopri le 10 strategie per l’email marketing: la guida definitiva

Questi due oggetti sono assolutamente identici, fatta eccezione per un aspetto: il nome del destinatario all’inizio.

Se ti arrivasse una mail con due oggetti come questi, quale apriresti con maggiore probabilità? Sì, proprio la seconda! Il nome nell’oggetto della mail funge da vero e proprio richiamo: il destinatario della mail si sente “chiamato in causa” e con ottima probabilità aprirà il messaggio.

Ma come possiamo inviare delle newsletter inserendo direttamente il nome del destinatario nell’oggetto?

E’ semplicissimo: tutti i software di email marketing, da Mail Chimp a MailUp, da Aweber a Get Response, consentono di includere un piccola variabile nell’oggetto, come [FNAME], che consente di inserire nell’oggetto della mail il nome del destinatario, prelevato automaticamente dalla lista a cui invii la newsletter.

E’ chiaro che la tua lista dovrà avere, oltre che la mail dei destinatari, il loro nome!

E qui si apre un dilemma: è meglio raccogliere nome e email o solo la mail? Vediamo pro e contro di questi 2 approcci.

Nome e mail o solo mail? Questo è il dilemma

Quando fai list building, ovvero, detta in parole povere, cerchi di costruirti un database di email, ad esempio concedendo in cambio una guida, un ebook, o l’accesso a contenuti speciali, puoi scegliere di richiedere solo la mail o il nome e la mail.

Entrambi gli approcci sono molto usati: nel primo, quando richiedi solo la mail, le tue possibilità di conversione sono maggiori. Ovvero: se una persona deve scegliere di compilare un modulo per avere accesso al tuo contenuto, è più probabile che inserisca solo la propria email, piuttosto che nome e email.

Il motivo è abbastanza semplice da intuire: come regola generale, quando dobbiamo far compiere un’azione a un utente, meno sono i passi che l’utente deve compiere più probabile che arrivi alla fine!

Se chiedere solo la mail alza il tasso di conversione, d’altra parte non avendo il nome del tuo destinatario non puoi usare la strategia di includerlo nell’oggetto della mail e nel corpo del messaggio stesso.

Cosa scegliere? La scelta sta a te: da una parte, chiedendo solo la mail, hai maggiori possibilità di conversione, dall’altra hai maggiori possibilità di apertura del messaggio.

Ma ritorniamo al nostro oggetto, perchè il tuo destinatario, dopo essere stato chiamato in causa dal suo nome, leggerà l’oggetto! Ecco 7 modi di scrivere oggetti che catturano l’attenzione.

7 consigli per scrivere oggetti che catturano l’attenzione

  1. prova a scrivere un oggetto che catturi l’attenzione sul contenuto, elencando dei benefici, come ad esempio: Un piccolo suggerimento ti far migliorare del 300% le tue email
  2. prova a fare delle domande. Le domande stimolano al cervello una risposta, che cercherà nel contenuto della tua email. Un esempio? Conosci le 7 regole per scrivere email che convertono?
  3. stimola la curiosità restando vago, ad esempio: 4 cose che voglio condividere con te 
  4. usa gli “how to”, ad esempio: come migliorare il tuo email marketing in 7 passi
  5. anticipa il contenuto della tua mail, magari mettendo in risalto con delle parentesi. Ad esempio, e vuoi informare di un webinar, potresti farlo così: {Webinar} 10 case study di newsletter efficaci
  6. Usa numeri e parole ad effetto, come migliori, definitive, ad esempio: le 10 strategie definitive per newsletter che convertono
  7. Usa una call to action, letteralmente un invito all’azione, come scopri, ad esempio Scopri come migliorare le tue newsletter in 2 passi

Dai un nome al mittente

A volte ricevi delle mail da Azienda Srl e da Ditta Snc vero?

Chi sono Azienda Srl e da Ditta Snc? Boh! Tu apriresti una mail che li ha come mittente? O lo apriresti più preferibilmente se viene da una persona fisica, da un nome e cognome?

Se le newsletter sono inviate da delle persone in carne e ossa, perchè il loro mittente diventa una ragione sociale?

Misteri! Fatto sta che il consiglio che ti do è modificare il tuo mittente: come? In 2 modi possibili:

1. inserisci il tuo nome e cognome come mittente, ad esempio Paolo Rossi;

2. inserisci il tuo nome e l’azienda, ad esempio Paolo di Azienda Srl.

Ok, ricapitoliamo: hai chiamato in causa il tuo destinatario semplicemente inserendo il suo nome nel oggetto della newsletter, poi lo hai incuriosito, ora si tratta di fargli fare un passo avanti: fargli leggere il contenuto della mail e fargli compiere l’azione che abbiamo in mente.

Un semplice metodo per far leggere la tua mail e farla cliccare

Ok, mi hai convinto a cliccare e aprire la tua mail. Ora devi convincermi a leggerla e farmi compiere l’azione che ti sei prefissato.

Ipotizziamo che tu voglia che i tuoi destinatari clicchino su un link che la contiene e finiscano in una landing page. Ok, come incentivare le possibilità che clicchino sul tuo link?

Tieniti forte: la risposta è non dandogli un link.

Intendiamoci, questo non significa non dargli la possibilità di cliccare su un link, ma di dargliene più di una! Come?

Ad esempio cambiando stili e testi del link.

Facciamo un esempio: ecco due possibili link:

Clicca qui per saperne di più

button

Che differenza c’è? Uno è in forma di link normale, testuale, l’altro in forma di bottone, banner.

Tu su quale cliccheresti?

Se hai risposto sul primo, forse è perché il secondo ti sembra pubblicità. Viceversa, forse attira la tua attenzione proprio il secondo. Quindi

Quindi la risposta è dipende! A seconda delle preferenze del tuo lettore, potrebbe cliccare su uno o sull’altro, allora perché non li metti entrambi?

Il consiglio è: inserisci più link nella tua email, in forme diverse (link testuale, banner…) e con slogan diversi. Il tuo software di email marketing ti fornirà, tramite le statistiche, il vincitore più cliccato.

Non c’è una seconda occasione per un’impressione responsive

Nel 2013  il 51% delle mail sono state aperte su un dispositivo mobile, il +21% rispetto all’anno precedente: basterebbe questa statistica, pubblicata su Litmus, a far comprendere l’importanza di inviare le proprie newsletter con un design responsive, ovvero adatto a un cellulare o tablet come iPhone, iPad (iOS rappresenta una quota di mercato del 38%) o  Android (in aumento del 57%, ora rappresenta una quota di mercato del 12%), per citare dove la maggioranza delle email viene aperta.

Se più di una mail su 2 viene aperta su mobile e il template della tua newsletter non è mobile friendly, ovvero ad esempio non viene visualizzata bene, l’80% cestinerà la tua email secondo un’indagine di BlueHornet.

Se la tua mail viene visualizzata male una volta, non solo ci sarà una seconda possibilità che la stessa sia visualizzata su pc fisso (se non è comprensibile da mobile, solo il 13.5% degli utenti va a leggere la mail su altro dispositivo): c’è di più, il pericolo non è solo che le tue mail non vengano visualizzate e cestinate, ma di perdere parti dei tuoi iscritti alla newsletter.

Lo conferma BlueHornet, secondo cui il 30% degli iscritti, ovvero 3 su 10 sono pronti a disiscriversi dalla tua lista se l’email ricevuta non mobile friendly.

Vediamo quindi come creare email responsive in 4 steps.

bluehornet email mobile unsubscribe

4 step alla creazione di mail responsive e mobile friendly

Abbiamo visto l’importanza di adottare un template mobile friendly per le proprie newsletter: le statistiche 2013 sono spietate, riassumiamone i punti principali:

  1. iù di 1 su 2  apre la tua newsletter su un dispositivo mobile;
  2. l’80% di chi non riesce a leggere correttamente la tua mail sul cellulare la cestina;
  3. solo il 13.5% degli utenti andranno a leggersi la tua newsletter su desktop se non l’hanno potuta leggere da mobile;
  4. 1 su 3 si disiscriverà alla tua newsletter se non è leggibile da mobile;

A questo punto, capita l’importanza di adottare dei template responsive per le proprie newsletter, andiamo a vedere come fare in questa guida alla creazione di mail responsive e mobile friendly.

Come creare una mail responsive e mobile frinedly per la tua newsletter e email marketing

1) Creala tu

La prima possibilità per dotarsi di un mail responsive è crearla da sé. In questo secondo caso possono essere utili i consigli di Litmus.com, che in questa bella infografica riassume i punti principali della creazione di un design responsive per le  email. A un altro indirizzo all’interno dello stesso sito, sono poi reperibili una serie di utili risorse per la creazione di email responsive.

2)  Affidati a un grafico

Nel caso tu voglia affidarti a un grafico, puoi inserire un annuncio su un sito per progetti in ambito web come Twago.

Se creare in casa o magari con l’aiuto di un grafico un template responsive per le proprie email non fosse possibile, le possibilità sono due, vediamole.

3) Acquista un template già fatto (e modificalo)

Utilizzare un template responsive per le email già pronto e e magari modificarlo in base alle proprie esigenze: su Theme Forest, il noto marketplace di prodotti grafici, audio e video, è possibile reperire una grande quantità di template per newsletter responsive.

4)     Usa i template in dotazione ai software di newsletter

Utilizzare un template in dotazione ai principali software di newsletter, come Aweber, che in questa guida spiega passo passo come creare una mail con design responsive a partire dalla piattaforma. 

Conclusioni

Scelta del software da cui inviarli, cura dei KPI (open rate, clic rate) e attenzione al responsive sono aspetti importanti da valutare nelle tue iniziative di email marketing. E tu che strategie usi? Parliamone nei commenti.

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